Reagire al velleitarismo #183
Il complottismo sul caso Trump&Epstein, nuovo deep state tecnologico, ChatGPT e agenti e le altre notizie.
Teorie del complotto tra Trump ed Epstein
Secondo Complotti su Substack, mentre il caso Epstein continua a assorbire l’attenzione pubblica, l’amministrazione Trump ha tentato di deviare il dibattito verso altri temi, alimentando nuove narrative complottiste. Alcuni sostenitori sostengono che Trump sia in realtà un whistleblower, interpretazione che mina ulteriormente la fiducia nella credibilità delle istituzioni statunitensi. Questo clima di sospetto prolungato riflette una generale erosione di trasparenza e fiducia politica.
Il “Deep State tecnologico” che plasma il potere
Il saggio su Jacobin Italia descrive la nascita di un nuovo blocco industriale-informatico, dove aziende come Palantir e Anduril, consociate con ambienti trumpisti, stanno consolidando un “deep state tecnologico” capace di influenzare la governance globale attraverso analisi dati, sorveglianza e potere algoritmico. Un’intersezione tra tecnologia e politica che ridefinisce l’equilibrio del potere nell’era digitale.
“La merdificazione” dell’egemonia americana
Secondo Fabio Sabatini, l’amministrazione Trump sta progressivamente distruggendo i pilastri dell’egemonia statunitense – tra cui il dollaro e le istituzioni internazionali – trasformandoli in piattaforme tossiche (concetto definito “enshittification”) che rischiano di trascinare alleati e partner in sistemi disfunzionali.
Nei giorni scorsi anche il famoso economista Paul Krugman ha pubblicato un lungo articolo sulla “General Theory of Enshittification”.
ChatGPT Agent e il futuro fragile di Internet
Un articolo su Wired evidenzia come il nuovo agent AI di OpenAI (con browser virtuale incorporato) offra potenzialità straordinarie, ma al contempo riveli criticità come glitch tecnici, controlli limitati e interazioni innaturali, che rischiano di svuotare l’esperienza online di umanità e spontaneità.
Qatar, mediatrice globale nel nuovo ordine mondiale
The Guardian racconta come il Qatar sia diventato un attore diplomatico centrale, grazie a intermediazioni in conflitti internazionali (dalla guerra in Gaza all’accordo tra Stati Uniti e Taliban), costruendo una “nazione-ponte” capace di trasformare la mediazione politica in potere geopolitico.