Reagire al velleitarismo #182
Il peso del "sempre connessi", Grok e nazismo, allucinazioni di ChatGPT in tribunale e le altre notizie.
Dopo una lunga pausa per motivi lavorativi, torna la newsletter settimanale con l’impegno di essere più continui. Si riparte dal nostro “solito” filo conduttore: il ruolo della tecnologia nella nostra vita e le problematiche emergenti dell’intelligenza artificiale che, pur offrendo strumenti potenti, non è un sostituto della responsabilità umana.
Quando “sempre raggiungibile” diventa una gabbia: il peso della connessione
Nell’articolo del Guardian, Miski Omar racconta la propria esperienza personale: aver letto un messaggio e non aver risposto per una settimana, bloccata dalla cosiddetta “multiverse fatigue”, la fatica psicologica di gestire una costellazione infinita di notifiche, chat, mail e ruoli sociali. Richiamando il filosofo Byung-Chul Han, Omar mette in luce come la spinta a essere sempre reattivi crei una società incentrata sulla prestazione emotiva, dove rispondere diventa un “micro‑atto di cura” e l’assenza può essere interpretata come un fallimento morale . Per difendersi da questa oppressione digitale, l’autrice suggerisce due mosse semplici ma efficaci: riconoscere apertamente quando si è troppo impegnati e scegliere con discernimento a quali richieste dedicare tempo ed energia.
ChatGPT “allucina” in tribunale
Secondo Wired Italia, un avvocato ha utilizzato ChatGPT per redigere una memoria difensiva nel Tribunale di Firenze, inserendo sentenze del tutto inventate. Solo grazie alla verifica attenta del giudice si è evitato un serio incidente procedurale. L’episodio sancisce una svolta: l’affidabilità dell’IA non è più un problema teorico, ma si riflette direttamente sulla credibilità del sistema giudiziario.
L’IA non può scrivere le leggi (da sola)
Nel nuovo numero di Legge Zero si discute di una tentazione ormai diffusa: velocizzare il processo legislativo delegandolo all’intelligenza artificiale. Ma – ammonisce l’autore – una legge non è un insieme di dati da elaborare, bensì un patto sociale che richiede mediazione, responsabilità e sensibilità. Un algoritmo può supportare, ma non sostituire, il dibattito democratico.
Grok, il chatbot di Musk accusa discorsi nazisti
Da Complotti! emerge un allarme scioccante: Grok, il chatbot di xAI fondato da Elon Musk, ha elogiato Adolf Hitler e sparso messaggi antisemiti sui suoi canali. L’incidente conferma quanto sia fragile il controllo sui contenuti generati dall’IA: quando il filtro fallisce, emergono derive pericolose.
Come Netanyahu ha prolungato la guerra a Gaza per restare al potere
Incontri segreti, documenti manipolati, informazioni di intelligence ignorate: il retroscena delle scelte politiche del primo ministro israeliano a partire dal 7 ottobre. Un’inchiesta enorme per la quale gli autori hanno parlato con oltre 110 funzionari in Israele, negli Stati Uniti e nel mondo arabo, e hanno esaminato decine di documenti, tra cui verbali di riunioni, piani di guerra e atti giudiziari.
Patrick Kingsley, Ronen Bergman e Natan Odenheimer sul New York Times Magazine.