Reagire al velleitarismo #181
Lo stato dell'arte dell'AI, la fine della globalizzazione, la polarizzazione negli Usa e le altre notizie.
Shana Novak/Getty Images
Lo stato dell'arte dell'intelligenza artificiale
L'Università di Stanford ha pubblicato il rapporto annuale per fotografare il mondo dell'IA (e l'impatto dell'IA sul mondo).
L’AI Index è una bussola preziosa per comprendere le linee di sviluppo ed evoluzione del fenomeno, offrendo spunti interessanti sul presente e sul futuro, anche per il mondo della regolamentazione.
Nella newsletter Legge Zero sono riassunti i numeri principali.
L'ascesa del fascismo della fine dei tempi
L'ideologia dominante dell'estrema destra è diventata un mostruoso survivalismo suprematista.
Consapevoli della nostra epoca di autentico pericolo esistenziale – dal collasso climatico alla guerra nucleare, dalla disuguaglianza vertiginosa all'intelligenza artificiale non regolamentata – ma impegnati finanziariamente e ideologicamente ad aggravare tali minacce, i movimenti di estrema destra contemporanei mancano di una visione credibile per un futuro di speranza. All'elettore medio vengono offerti solo remix di un passato ormai passato, insieme ai piaceri sadici del predominio su un insieme in continua espansione di altri disumanizzati.
Naomi Klein e Astra Taylor sul Guardian.
Heil AI
L'intelligenza artificiale è sempre più una parte integrante delle nostre vite ed è ormai pienamente inserita in una dimensione intermedia tra un oggetto di uso comune e un gioco. Ci lavoriamo, ci chiediamo come la si possa usare nelle scuole e ci facciamo propaganda, ma una buona parte della sinistra non sembra accettarlo e ne parla come una cosa intrinsecamente di destra. Francesco D'Isa – artista e filosofo – spiega le ragioni di questo rifiuto e perché dovremmo superarlo.
La globalizzazione sta collassando. Prepariamoci.
Prima della Prima Guerra Mondiale, la globalizzazione era al suo apice. I progressi tecnologici, tra cui il piroscafo e il telegrafo, consentivano a persone, merci e notizie di attraversare i confini con una velocità straordinaria.
Alla fine del XX secolo, il mondo ha vissuto la seconda grande accelerazione della globalizzazione. Il comunismo è crollato. L'Unione Europea si è espansa. Ben presto, la Cina è entrata a far parte del sistema commerciale mondiale.
E adesso? Le lezioni della storia suggeriscono diverse possibilità, molte delle quali negative. L'attuale fase antiglobal potrebbe durare a lungo. L'illiberalismo è vivo e forte. Paragoni che un tempo sembravano incendiari o irresponsabili ora appaiono ovvi. Come negli anni '30, le minoranze vengono usate come capri espiatori, simboli e cause dei mali della globalizzazione. Per ebrei di allora, oggi si legga migranti o persone transgender. L'imminente tradimento dell'Ucraina da parte di Trump suggerisce che stiamo rapidamente attraversando gli anni '30 e siamo già arrivati al 1938.
Cosa possiamo dunque imparare dal primo crollo della globalizzazione sul momento attuale? Ci vorrà una terza guerra mondiale per ribaltare la situazione? O ci sono altre possibilità meno inquietanti?
Tara Zahra sul New York Times.
Gli Stati Uniti e la polarizzazione: come cambia il volto della democrazia. Intervista a Mattia Diletti
La polarizzazione è uno dei fenomeni alla base della perdita di coesione sociale contemporanea e dell’inasprimento delle tensioni politiche, che talvolta degenerano in forme di violenza estrema, e che caratterizzano da tempo la vita dei Paesi democratici. Negli ultimi anni, questa condizione ha mostrato un particolare radicamento nella società statunitense, esponendola ai rischi di una “guerra civile fredda”.
In questa intervista Mattia Diletti, Professore e ricercatore presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale (CORIS) della “Sapienza” Università di Roma e autore di Divisi. Politica, società e conflitti nell’America del XXI secolo (Treccani Libri 2024), traccia alcune coordinate utili a orientarsi in uno scontro tutt’altro che nuovo, esplorandone le origini, gli attori coinvolti e gli eventuali confini.