Reagire al velleitarismo #177
La Qanonizzazione della politica Usa, un'analisi comunicativa dello scontro Trump-Zelensky, l'ipotesi di un mondo privo di democrazia e le altre notizie.
La «QAnon-izzazione» della politica Usa
Il movimento cospirazionista sembra essersi eclissato, ma in realtà è molto presente nella nuova stagione trumpiana. Occupa posti di potere e continua a nutrirsi del disorientamento dettato dai processi di impoverimento.
Julian Feld su Jacobin Italia.
Zelensky ha perso e la trappola ha funzionato
L’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca il 28 febbraio 2025 ha rapidamente virato dal protocollo diplomatico a uno scontro aperto. Quel che avrebbe dovuto essere una trattativa sulle risorse minerarie e sulla cooperazione bilaterale si è trasformato in una manifestazione pubblica di tensione geopolitica, culminata in accuse reciproche e nell’interruzione improvvisa dell’evento.
Ma questa escalation è stata un errore strategico di Zelensky o il vero obiettivo di Trump fin dall’inizio? Analizzando la dinamica dell’incontro e la sua gestione comunicativa, appare chiaro che il leader ucraino è caduto in una trappola ben orchestrata, finendo per peggiorare la sua posizione anziché rafforzarla.
L’analisi di Matteo Flora sull’incontro che (forse) cambierà definitivamente la storia.
Il capitalismo della frammentazione
Lo studioso Pierluigi Fagan recensisce il libro di Quinn Slobodian che indaga la possibilità di un mondo dominato dal mercato e il capitale, libero da ogni residua forma di democrazia.
Città-Stato, paradisi fiscali, porti franchi, giurisdizioni private, parchi high-tech, distretti extradoganali, hub per l’innovazione, gated community, isole ed ex piattaforme off-shore, grandi navi in perenne crociera. “Zone” speciali in cui non ci sono leggi limitative il libero spirito d’impresa, prive di sindacati, di welfare state, con polizia ma anche magistratura (e leggi o contratti) private, da cui si può uscire o chiedere di entrare vantando gradi di omogeneità ideologica ed etnica che l’amministrazione vaglierà.
Come la macchina mediatica di Trump sta colpendo anche la destra americana
Il Washington Post racconta che diversi esponenti del GOP hanno tenuto eventi la scorsa settimana che sono finiti male, con elettori scontenti che hanno cercato di chiedere conto ai loro rappresentanti degli eccessi dell’amministrazione Trump.
Tuttavia questo scontento non trova sbocco perché questi stessi eletti Ma questi legislatori trascorrono spesso la maggior parte della loro vita all’interno dell’universo mediatico di destra, dove Trump e Musk vengono trattati con un’ammirazione messianica.
I sostenitori di Trump vivono in una bolla di disinformazione, per parafrasare un noto leader straniero. Ovviamente loro non la vedono così; dal loro punto di vista, la loro dieta mediatica rappresenta una fuga dalle falsità propagate dalle élite progressiste.
L’editoriale di Philip Bump.
L’altra faccia dell’AI Summit di Parigi
Chi controlla l’intelligenza artificiale controllerà il mondo, ma non tutti accettano di assistere passivamente a una lotta per il potere globale che coinvolge poche potenze ed esclude il resto del mondo. Come aveva previsto Naomi Klein su The Guardian nel 2023, “in questa realtà di potere e ricchezza iperconcentrati […] è molto probabile che l’intelligenza artificiale diventi un temibile strumento di ulteriore espropriazione e devastazione”.
Lo comprendono bene i paesi del Sud globale che, mentre ascoltano i leader delle superpotenze riuniti a Parigi esprimere la volontà di dominare il mondo, cercano disperatamente delle vie alternative per salvarsi dall’ennesimo esproprio di risorse travestito da “aiuto per il progresso verso il benessere”.
Ma i partecipanti hanno invece dovuto prendere atto di uno scenario globale ancor più frammentato e complesso, con tutte le grandi potenze – USA, Cina ed Europa in testa – in aperta competizione per la leadership dell’AI.
Il reportage di Davide Del Monte su Guerre di Rete.