Reagire al velleitarismo #160
L'arrivo di Threads in Europa, i troll di Trump, il sabotaggio del gasdotto Nord Stream e le altre notizie.
Ultima newsletter dell’anno, “Reagire al velleitarismo” va in vacanza e torna nel 2024.
Buone feste e tanti auguri a tutte e tutti, soprattutto a chi continua a seguirmi e darmi suggerimenti per migliorare questa newsletter.
Threads è arrivato anche in Europa
Threads è arrivato anche in Europa, un bacino potenziale da circa 500 milioni di persone, così Meta cerca l'espansione nel settore finora occupato da Twitter/X. Threads è collegato a Instagram e i vincoli tra i due, più il modo con il quale vengono trattati i dati degli utenti, ha rallentato l'arrivo nel Vecchio Continente, causa garante della privacy europeo.
Threads dovrebbe essere collegabile ai server Mastodon, la galassia di entità collegate nel cosiddetto "fediverse", l'universo federato dei differenti server. Ma, dice Adam Mosseri, a capo di Threads per conto di Mark Zuckerberg e già capo di Instagram, ci vorrà un annetto circa.
Nel frattempo sembra che X (ex Twitter) sia una nave che sta affondando.
Ma su X, dove Elon Musk è l'utente più popolare e dove legioni di sostenitori rispondono a ogni suo post, l'anno passato è stato un successo spettacolare e gli anni a venire non potranno che migliorare. Quali sono i piani per il futuro? L'Intelligencer ne ha messi in fila cinque possibili.
L’ermeneutica delle Fake News
Un’espressione più di ogni altra ha condensato le paure di involuzione non solo sociale e politica ma, in senso più ampio, anche culturale ed epistemologica del decennio passato: “fake news”. Assieme ad altre come “post-verità”, divenne corrente a partire dal 2017, a seguito dell’elezione di Donald Trump, per esprimere l’operazione di manipolazione della realtà attribuita alla destra reazionaria e ai suoi media di riferimento. La sfera pubblica contemporanea – sempre più segnata dall’effetto dei social media e dal modo in cui hanno eroso il ruolo delle istituzioni tradizionali e professionalizzate del mondo dell’informazione, dando spazio a giornalisti e opinionisti fai-da-te – è stata additata come uno dei fattori decisivi nel montare di nuovi movimenti reazionari e negazionisti.
In questo quadro, il rifiuto della natura interpretativa e dialogica della realtà sociale fa sì che i «fatti» non diventino una nuova koiné condivisa, ma armi retoriche brandite da una parte contro l’altra.
Paolo Gerbaudo su Rivista Il Mulino.
Il sabotaggio più importante dell'èra moderna
La distruzione del gasdotto Nord Stream ha ridotto la dipendenza dell’Europa dal gas russo. Ma chi è stato davvero il responsabile? Le prove iniziano a emergere sempre di più. Un'inchiesta di Mark Bowden su The Atlantic.
Come funziona l’esercito di troll che conduce la campagna online di Trump
Un team di creatori di meme ha inondato i social media con post pro-Trump pieni di cliché sessisti e razzisti. L'ex presidente li incoraggia.
Ken Bensinger sul New York Times.
L’autodistruzione di Rudy Giuliani in una causa per diffamazione sulle elezioni
Una giuria ha deciso che Giuliani deve quasi centocinquanta milioni di dollari a due operatori elettorali da lui diffamati. Anche il suo avvocato ha suggerito che "non è stato così bravo ultimamente".
Charles Bethea su The New Yorker.
Torna la newsletter sugli Usa Da Costa a Costa
Dal 6 gennaio tornerà ogni sabato Da Costa a Costa, la newsletter di Francesco Costa per raccontare gli Stati Uniti e la scelta del loro prossimo presidente. Per chi già la seguiva, è una piccola notizia. Da quando esiste Da Costa a Costa è stata apprezzatissima per la sua capacità di spiegare la politica americana, raccontando tutto quello che serve sapere per capirla: l’economia, la cultura, lo sport e la vita quotidiana di un posto enorme, ricco e complesso come sono gli Stati Uniti. Per chi non la seguiva, sarà un’occasione per informarsi meglio e capire meglio il mondo, in un anno in cui capire gli Stati Uniti sarà ancora più importante del solito.