Reagire al velleitarismo #155
Cambiamenti climatici, vent'anni senza social, il fenomeno delle Grandi Dimissioni e le altre notizie.
Ultimo numero prima della pausa estiva, “Reagire al velleitarismo” si prende un po’ di riposo. La newsletter tornerà ai primi di settembre.
Come un vasto cambiamento demografico rimodellerà il mondo
Per decenni, le potenze dominanti hanno beneficiato di grandi popolazioni in età lavorativa che hanno contribuito a guidare la crescita economica. Invece le popolazioni particolarmente giovani nelle varie aree del mondo in via di sviluppo avevano risorse e opportunità economiche limitate. Ma i punti deboli demografici del mondo stanno cambiando, e velocemente. Quali conseguenze vedremo nei prossimi decenni? Un'analisi grafica perfetta.
Lauren Leatherby sul New York Times.
La mobilitazione per limitare la tecnologia di riconoscimento facciale potrebbe finalmente ottenere una vittoria
Un disegno di legge del Massachusetts che limita l'uso da parte della polizia potrebbe stabilire lo standard per il modo in cui la tecnologia è regolamentata in America. Se fallisse, sarebbe un duro colpo per un movimento un tempo promettente.
Tate Ryan-Mosley su MIT Technology Review.
Conoscere cosa pensano i cittadini: ecco dove le intelligenze artificiali sono più efficaci
Le opinioni, sia positive che negative, sono uno strumento estremamente potente, sono le opinioni che decidono se un marchio o un prodotto o anche un candidato politico vive o muore. Ecco perché conoscere il “sentimento” dei cittadini è essenziale in molti campi. Un tempo per scoprire il “sentimento” dei cittadini si utilizzavano i sondaggi. Ma i sondaggi hanno delle limitazioni.
Oggi, invece, lo strumento più utilizzato per capire quale è il “sentimento” della popolazione è l’analisi dei sentimenti (sentiment analysis) che presenta numerosi vantaggi rispetto ai sondaggi. È in tempo reale, consente di ottenere informazioni costanti sul sentimento della popolazione e sulle variazione di tale sentimento, analizza quantità enormi di dati, non si basa su domande ma si limita ad analizzare dati spontanei generati dagli utenti, quindi è in grado di catturare opinioni autentiche senza sollecitazione diretta, riuscendo spesso a catturare l’intera gamma delle opinioni della popolazione.
Bruno Saetta su Valigia Blu.
Bilancio di una vita senza social
“Vent’anni sono abbastanza per tentare un bilancio sereno di questa mia non esperienza. È un bilancio soggettivo – non ci sono dati oggettivi da computare. Ma è un bilancio sincero e, per me, importante: perché sono sicuro che la mia scrittura “senza i social” sia molto differente da come sarebbe stata la mia scrittura “con i social”. E ho la presunzione di aggiungere che “con i social” sarebbe stata non solo diversa, ma anche peggiore. Spero di riuscire a spiegarvi perché”.
Michele Serra su Il Post.
Il limite invalicabile
La prima volta che abbiamo sentito il termine Great Resignation è stato nel 2021 negli Stati Uniti, dove si era registrato un aumento delle dimissioni individuali di circa il 20% rispetto al 2019, arrivando a 48 milioni di persone che si sono dimesse dal proprio lavoro in un anno.
Francesca Coin nel suo libro Le grandi dimissioni (Einaudi, 2023) ha indagato a fondo questo fenomeno per capirne origini, composizione e possibili conseguenze sociali e politiche, intervistando centinaia di persone che si sono dimesse in Italia negli ultimi due anni. Ne è uscita fuori una vera e propria inchiesta sul mondo del lavoro di oggi, con le dimissioni come angolo di visuale per indagare le condizioni materiali e di vita della working class contemporanea.
Ne parla Jacobin Italia.