Reagire al velleitarismo #154
L'Italia e il memorandum cinese, app di messaggistica in Russia, IA e grammatica e le altre notizie.
Il dilemma cinese di Meloni: un’indagine al cuore delle Nuove Vie della Seta italiane
All'inizio del 2024, l’Italia dovrà annunciare ufficialmente se prorogare o meno il Memorandum sull’adesione alla Belt & Road Initiative, firmato nel 2019 da Giuseppe Conte. Giorgia Meloni non è mai stata favorevole alla firma, ma non ha ancora annunciato se e come Roma intende ritirarsi dal Memorandum. Un'indagine con le voci di alcuni dei protagonisti della firma per scoprire come l’Italia sia finita in questa impasse diplomatica, e quali siano le sue possibilità di uscirne indenne.
Francesco Maselli su Il Grand Continent.
Il Cremlino all’attacco delle app di messaggistica
La Russia ha accumulato un ampio arsenale di tecnologie, alcune collegate direttamente all’infrastruttura di telecomunicazioni, per tracciare i propri cittadini, scrive il NYT in un’inchiesta. Alcune di queste sarebbero in grado di mappare le relazioni tra le persone attraverso l’analisi dei metadati (inclusi utenti di applicazioni come Signal, WhatsApp e Telegram - anche se non possono accedere ai contenuti scambiati) e triangolare quali telefoni sono stati in determinati luoghi.
L'intelligenza artificiale sta rivoluzionando le ipotesi sulla grammatica universale
Una nuova generazione di grandi modelli linguistici di intelligenza artificiale può scrivere articoli di giornale , poesie e codice per computer e rispondere alle domande in modo veritiero dopo essere stati esposti a grandi quantità di input linguistici. E ancora più sorprendentemente, lo fanno tutti senza l'aiuto della grammatica.
Si sta infatti scoprendo che i modelli di apprendimento automatico funzionano (anche) come il cervello umano, spiega un articolo pubblicato su Inverse.
Alcuni dei brand più noti al mondo stanno involontariamente sostenendo la diffusione di siti inaffidabili di notizie generate dall’IA
NewsGuard ha identificato 141 aziende che, tramite la pubblicità programmatica, stanno finanziando siti di notizie e informazioni di bassa qualità generati dall’intelligenza artificiale, che operano con poca o nessuna supervisione umana.
Un test di Turing può verificare se l'IA è in grado di fare soldi
I sistemi di intelligenza artificiale sono sempre più diffusi e stanno diventando più potenti quasi di giorno in giorno. Ma anche se diventano sempre più onnipresenti e fanno di più, come possiamo sapere se una macchina è veramente "intelligente"? Per decenni il test di Turing ha definito questa domanda. Proposto per la prima volta nel 1950 dallo scienziato informatico Alan Turing, ha cercato di dare un senso a un campo allora emergente e non ha mai perso la sua influenza come modo di giudicare l'IA.
Ma ora c'è un problema: il test di Turing è stato quasi superato: l'ultima generazione di grandi modelli linguistici sono sistemi che generano testi con una coerenza che solo pochi anni fa sarebbe sembrata magica. Ora potrebbero gestire operazioni molto complesse come la gestione finanziaria.
Mustafà Suleyman su MIT Technology Review.