Reagire al velleitarismo #153
Limiti e rischi dell'IA, approvato regolamento all'Europarl, la rivoluzione di Nate Silver e le altre notizie.
Come affrontare limiti e i rischi dell’intelligenza artificiale
Sono pochi in Italia i ricercatori che si occupano di intelligenza artificiale (Ia), etica e diritto. Tra questi c’è Francesca Lagioia, ricercatrice presso i dipartimenti di legge e di ingegneria dell’università di Bologna e presso l’European university institute, centro di ricerca della comunità europea.
Una bella e approfondita intervista di Annamaria Testa su Internazionale.
L’Europa vuole usare l’intelligenza artificiale contro i migranti
Quando l’estate scorsa un gruppo di profughi siriani e palestinesi è rimasto bloccato su un isolotto infestato dagli scorpioni alla frontiera tra la Grecia e la Turchia, nel fiume Evros, le autorità greche ci hanno messo più di dieci giorni a inviare i soccorsi. Sostenevano di non riuscire a localizzarli, nonostante avessero ricevuto le loro precise coordinate geografiche.
L’inverosimile affermazione, smentita da un’inchiesta di Deutsche Welle, è un perfetto esempio della disinvoltura con cui le autorità greche mentono, ma anche dell’uso selettivo che l’Unione europea fa delle tecnologie di sorveglianza alle frontiere.
Ne parla Francesca Spinelli su Internazionale.
La legge sull’intelligenza artificiale in Europa è a una svolta
L’intelligenza artificiale è sempre più una questione politica. Già prima dell’esplosione degli strumenti di IA generativa – è noto a tutti il caso di ChatGPT – l’Unione Europea ha iniziato a lavorare a una proposta di regolamento conosciuto come AI Act, pensato per regolare gli utilizzi delle tecnologie di intelligenza artificiale all’interno degli Stati membri. La proposta è considerata uno dei più ambiziosi progetti normativi nel mondo occidentale. L’AI Act è stato da poco adottato dalle due commissioni che hanno guidato il processo all’interno del Parlamento Europeo, la Commissione IMCO (Mercato Interno e Protezione dei Consumatori) e LIBE (Libertà civili, giustizia e affari interni), in una votazione avvenuta l’11 maggio. Proprio in questi giorni è arrivata l’approvazione definitiva da parte dell’assemblea plenaria del Parlamento. Ora inizieranno i cosiddetti “triloghi”, le negoziazioni tra i due organi legislativi dell’Unione (Parlamento e Consiglio) e la Commissione Europea. Ne parla Irene Doda su Guerre di Rete.
Nella formulazione attuale restano vietati:
- i sistemi di identificazione biometrica remota "in tempo reale" in spazi accessibili al pubblico;
-i sistemi di identificazione biometrica a distanza "a posteriori", con l'unica eccezione delle forze dell'ordine per il perseguimento di reati gravi e solo previa autorizzazione giudiziaria;
- i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili (ad esempio, sesso, razza, etnia, cittadinanza, religione, orientamento politico);
- i sistemi di polizia predittiva (basati su profili, ubicazione o comportamenti criminali passati);
- i sistemi di riconoscimento delle emozioni nelle forze dell'ordine, nella gestione delle frontiere, nei luoghi di lavoro e nelle istituzioni scolastiche;
- lo scraping non mirato di immagini facciali da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale (in violazione dei diritti umani e del diritto alla privacy).
Qual è stata la rivoluzione dei dati di Nate Silver?
È salito alla ribalta delle cronache mondiali quando il modello di calcolo probabilistico che aveva creato per lo sport è stato applicato alla politica centrando le previsioni di tutti gli Stati durante la rielezione di Obama.
Da allora Nate Silver è stato visto come un oracolo infallibile ed è stato duramente criticato in seguito alla vittoria, da lui sempre esclusa anche in maniera sprezzante, di Trump su Clinton.
Sta lavorando a un libro sul gioco d'azzardo e spera che la sua prossima avventura mediatica non sia strettamente focalizzata sulla politica.
Lo racconta Jay Caspian Kang sul New Yorker.
Nessuno meritava il titolo più dei Denver Nuggets
«Il lavoro è finito ora. Possiamo andare a casa». Parla come un uomo in missione Nikola Jokic, l’MVP delle finali NBA, il miglior giocatore di questi playoff, quello con più punti, rimbalzi e assist, o – almeno – parla come un uomo molto stanco. Gara-5 si è conclusa nel modo più atteso per i suoi Denver Nuggets, dopo le due vittorie in trasferta a Miami il titolo era sembrato una formalità, ma meno pronosticabile, al termine di una partita che ha avuto tutto tranne, forse, quello che ci si aspettava ancora una volta da loro, ovvero fluidità, logica, esecuzione.
Marco D’Ottavi su l’Ultimo Uomo.