Reagire al velleitarismo #144
Cosa sappiamo del Brasile, IA generativa, fino del mito della Silicon Valley e le altre notizie.
Bentornati!
Cosa sta succedendo in Brasile?
Con il nuovo anno riprende l’invio della newsletter settimanale.
Siamo reduci dalla notte dell’assalto bolsonarista ai palazzi del potere in Brasile, con molte similitudini con quanto successo a Washington e lo stesso retroterra cospirazionista: l’indebolimento delle regole democratiche, con la pericolosa contestazione dei processi elettorali senza alcuna prova e nonostante le smentite delle istituzioni di controllo indipendenti; un discredito permanente del mondo dell’informazione, che l’8 gennaio ha portato all’aggressione di sei giornalisti; e infine un rifiuto della democrazia stessa, i cui simboli sono stati saccheggiati da un esercito di esaltati.
In queste ore si stanno aggiungendo molti dettagli e molte riflessioni di cui parleremo negli invii futuri. Quello che sappiamo oggi è che è evidente che non ci fosse nulla di spontaneo nell’invasione simultanea della presidenza, del parlamento e della corte suprema. Era tutto prevedibile, annunciato, fomentato dalle teorie del complotto su inesistenti brogli elettorali diffuse dall'ex presidente Bolsonaro, riparato da qualche giorno negli Stati Uniti.
Le foto (Guardian) e i video dell'assalto (Nyt).
Si è trattato del colpo di coda di una frangia bolsonarista estrema? O di un complotto più elaborato, con ramificazioni politiche, mezzi finanziari e complici all’interno dell’apparato statale?
Da più di un anno, gli esperti di estremismo mettono in guardia dalla possibile emulazione dell’insurrezione di Capitol Hill da parte dell’estrema destra brasiliana. D’altronde il figlio di Bolsonaro, Eduardo, è il leader di “The Movement” di Steve Bannon in Sudamerica e nei giorni dell’assalto al Campidoglio era a Washington, dove si è incontrato con l’imprenditore complottista ed ex consigliere informale di Trump Mike Lindell.
C’era già stato un drammatico segnale: la vigilia di Natale, un sostenitore del presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha tentato di far saltare in aria l’aeroporto della capitale Brasilia per scatenare il caos nel Paese e sabotare così l’insediamento del nuovo presidente.
La bomba, fabbricata con esplosivo per miniere, era stata piazzata da un complice all’interno di un’autocisterna carica di cherosene, ma non è detonata per un difetto nel telecomando a distanza. Se fosse esplosa vicino a un aereo, ha spiegato il capo della polizia di Brasilia, “sarebbe stata una tragedia mai vista”.
Nell’appartamento dell’attentatore, la polizia ha rinvenuto un arsenale di armi, uniforme mimetiche e altri cinque esplosivi.
L'anno del quite quitting
A differenza dei Boomers, che hanno riformulato il lavoro come un ostacolo all'autorealizzazione, e a differenza anche dei Millennials, ai quali è stata inculcata l'idea di trovare un lavoro incentrato sulle loro passioni, la nuova Generazione Z è entrata nel mondo del lavoro con una mentalità completamente diversa, formata grazie a una comprensione del mondo in cui i confini tra digitale e reale sono da sempre sfumati. Poi è arrivata la pandemia.
Cal Newport sul New Yorker.
Cos'è l'IA generativa e perché improvvisamente se ne parla tanto
ChatGPT, Stable Diffusion, Lensa, DALL-E: questo tipo di intelligenza artificiale cambierà davvero la nostra vita? E in che modo?
Rebecca Heilweil su Recode.
Federico Nejrotti su Guerre di Rete spiega cosa può fare e cosa non può fare ChatGPT.
Qui un ottimo excursus storico sull’intelligenza artificiale.
La fine del mito della Silicon Valley
L'implosione drammatica e multidimensionale di Meta; l’ingresso devastante di Elon Musk in Twitter; l'importante rivolta sindacale contro Amazon: non è stato solo un anno insolitamente disastroso per le più grandi aziende tecnologiche americane. È stata una resa dei conti.
I giganti della tecnologia che hanno plasmato le nostre vite, online e offline, nel corso del 21° secolo stanno correndo velocemente contro un muro. Amazon, Alphabet, Microsoft, Meta e Apple hanno visto crollare le loro valutazioni, a volte precipitosamente. Molti hanno tagliato la loro forza lavoro; almeno 120.000 lavoratori tecnologici hanno perso il lavoro quest'anno.
Brian Merchant su The Atlantic.
I repubblicani Usa eleggono il loro speaker, ma si apre una fase di conflitto e divisione
Ci sono voluti diversi giorni, lunghe trattative e pesanti concessioni, ma alla fine la Camera dei Rappresentanti ha il suo nuovo Speaker: si tratta di Kevin McCarthy, esponente Repubblicano che, con 216 voti a favore, ha avuto la meglio sul Democratico Hakeem Jeffries. L’elezione, però, è avvenuta in un crescendo di tensioni che hanno portato la contesa fino al quindicesimo scrutinio, manifestando una spaccatura all’interno del GOP che lo stesso McCarthy ora dovrà essere bravo a gestire.
Ne parla la newsletter Elezioni USA 2024.