Reagire al velleitarismo #139
QAnon in Italia e nella politica Usa, riconoscimento facciale in India, un progetto data driven su elezioni e le altre notizie.
In questo numero tornano un po’ di articoli su QAnon in Italia, nella politica Usa e nella letteratura.
Poi parliamo di intelligenza artificiale, riconoscimento facciale e un progetto di Fondazione ISI sulle elezioni.
Buona lettura!
La diffusione di Qanon in Italia
In questa newsletter ci siamo più volte occupati dell’evoluzione di Qanon in relazione alla galassia Novax/Nocovid che proprio nelle “grande casa” complottista ha trovato una camera di amplificazione formidabile, anche in Italia.
Lo conferma la testata e rete internazionale di reporter Lightouse Reports in un’inchiesta pubblicata di recente: “L'analisi dei dati mostra che in un campione dei principali canali Q italiani, la narrazione "alternativa" su Covid è un rumore di fondo costante, con picchi che in certi momenti superano l'interesse per Q. Questo indica che i canali potrebbero utilizzare i contenuti relativi a Covid per attirare le persone nel mondo della cospirazione Q”.
La ricerca è stata ripresa anche da Il Manifesto: “Invariabilmente, l’universo Q italiano è filo Putin, che viene visto come un alleato di Trump nella lotta al Deep State e un nemico della «dittatura» europeista e filoatlantica. Proprio il filoatlantismo è fra i reati mortali che si contestano a Meloni, vista come una schiava di Nato e Israele”.
Il successo di Marjorie Taylor Greene dimostra la presa del trumpismo sul Partito Repubblicano
Nel febbraio 2021, la deputata Marjorie Taylor Greene della Georgia ha ricevuto quello che sarebbe tipicamente considerato un colpo da KO nella politica di Washington: ha perso il suo posto nelle Commissioni della Camera, perché aveva sostenuto apertamente la teoria del complotto QAnon e diffuso - come già avvenuto durante la sua prima campagna elettorale - pericolosa disinformazione sui social media.
Ma invece di essere consegnata all'oblio politico, Greene ha guadagnato influenza negli ultimi due anni. La sua ascesa non è avvenuta perché si è scusata e ha abbandonato le sue opinioni estreme. Invece, i suoi principali sostenitori si sono radunati intorno a lei perché erano d'accordo con molte delle sue convinzioni sulle politiche di Trump e sulle teorie complottiste sull’elezione “rubata” del 2020.
Ne parla Robert Draper sul NY Times.
La Q e la M
“Q” di Luther Blissett, “M” di Antonio Scurati. Due lettere per titolare altrettanti libri che aprono e chiudono un ventennio. Nel misurare la distanza che li separa è possibile ripercorrere i mutamenti epocali che hanno segnato l’inizio del XXI Secolo, l’evolvere dei modi di narrare, le differenti declinazioni della fiction letteraria in rapporto ai materiali storici e i diversi modi di abitare l’industria culturale.
Un parallelismo pubblicato su I Diavoli.
Chi ci salverà dalla cattiva intelligenza artificiale?
L’Office of Science and Technology Policy, l'agenzia di consulenza scientifica e tecnologica della Casa Bianca, ha pubblicato la scorsa settimana una Carta dei diritti dell'IA. Il documento è la visione di Biden di come il governo degli Stati Uniti, le aziende tecnologiche e i cittadini dovrebbero lavorare insieme per ritenere responsabile il settore dell'intelligenza artificiale.
È una grande iniziativa e attesa da tempo. Gli Stati Uniti sono stati finora una delle poche nazioni occidentali senza una chiara guida su come proteggere i suoi cittadini dai danni dell'IA, come ad esempio arresti illeciti, suicidi e intere classi di studenti “contrassegnati” ingiustamente da un algoritmo.
Melissa Heikkilä su MIT Technology Review.
La polizia indiana usa il riconoscimento facciale per perseguitare i musulmani e altre comunità emarginate
Dopo le rivolte del 2020 nel nord-est di Delhi, sono stati effettuati centinaia di arresti sulla base di filmati di sorveglianza. Ma la tecnologia utilizzata è dubbia e riflette i pregiudizi della tecnologia e i pregiudizi del governo.
Sarita Santoshini su .coda.
Il voto strada per strada
Il voto strada per strada è un progetto del laboratorio DataInterfaces, una collaborazione tra Fondazione ISI e il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, con lo scopo di esplorare i risultati elettorali nel contesto urbano al fine di poter confrontare i risultati di diverse edizioni e di analizzare le dinamiche che regolano il rapporto tra i risultati delle consultazioni ed il contesto sociale, culturale, ed economico dei vari quartieri.
La mappa è basata sugli Open Data messi a disposizione dalle città, i dati relativi al Censimento ISTAT 2011, e agli indicatori distribuiti dall'Istituto Cattaneo che consentono di localizzare i numeri civici della città e di identificare le sezioni elettorali e le zone statistiche a cui fanno riferimento. I risultati delle elezioni e gli indicatori socioeconomici vengono mostrati su mappa, dove ogni punto corrisponde a un numero civico e il colore viene assegnato in base alla percentuale di voti o al valore dell'indicatore selezionato.