Reagire al velleitarismo #137
La strano gesto al comizio di Trump, complottisti alle elezioni, Chrome e privacy e le altre notizie.
Dopo la pausa estiva riprende l’invio della newsletter settimanale.
In questo numero ripartiamo da un argomento “classico” di questo spazio, il complottismo e la politica.
Buona lettura!
Lo strano gesto della folla al comizio di Trump in Ohio
Non è chiaro cosa significhi il gesto del dito alzato che per la prima volta è stato utilizzato dai sostenitori di Trump durante un comizio in Ohio.
Alcuni ipotizzano sia un gesto collegato al culto di Q, la musica utilizzata da Trump è una famosa colonna sonora fra i Qcomplottisti. I seguaci di Romana Didulo, l'autoproclamata regina del Canada che ha creato una setta Q a sua immagine, sono stati visti mostrare l'indice in questo modo.
È anche possibile che il dito puntato stia per America First, uno degli slogan MAGA. I groypers, nazionalisti bianchi dell'Alt-Right, sono soliti salutarsi proprio esibendo l'indice.
L'ultima ipotesi è che sia un gesto copiato dalle mega-chiese evangeliche per indicare il paradiso nei momenti di estasi spirituale.
In ogni caso si conferma il legame sempre più stretto tra attivisti MAGA, complottisti del culto di Q ed estremismo evangelico.
Leonardo Bianchi nella sua newsletter ripercorre i legami tra l’ex presidente e il culto complottista di Q.
Cospirazionisti al voto
A questa campagna elettorale partecipa anche la galassia del risentimento complottista: da queste liste potrebbe scaturire un ulteriore spostamento a destra del quadro politico.
Tobia Savoca su Jacobin Italia.
Contra Chrome, il fumetto che mette in guardia contro l'uso non consapevole di Google Chrome
Nel 2008 Google ha realizzato un fumetto (il titolo è Google Chrome) che raccontava quanto il browser Chrome fosse innovativo, sicuro, veloce e stabile. Adatto quindi al Web 2.0, sempre più basato su Web Applications e non più su tradizionali siti web. Un/a attivista con lo pseudonimo di Leah Elliott, convint* che in realtà Google Chrome sia diventato nel tempo una vera e propria minaccia per la privacy e per la democrazia, ha pensato di farne una versione riveduta e corretta, per evidenziare quelli che, nella mente dell'attivista, sono comportamenti pericolosi, non rispettosi degli utenti e vere e proprie limitazioni della libertà.
L'ha chiamata Contra Chrome.
Grazie all'impegno dell'associazione Copernicani Contra Chrome è stato tradotto e localizzato in lingua italiana.
Qui si può scaricare l’intero pdf.
Una donna ha citato in giudizio la polizia di San Francisco per aver usato il DNA fornito in un caso di aggressione sessuale per accusarla di un crimine
Una donna ha citato in giudizio la città di San Francisco dopo che il dipartimento di polizia ha usato i suoi campioni di DNA da un caso di aggressione sessuale nel 2016 per accusarla di un furto di proprietà cinque anni dopo.
Il suo caso ha suscitato indignazione quando l'allora procuratore distrettuale Chesa Boudin ha denunciato la pratica a febbraio come moralmente riprovevole, dicendo in quel momento che la polizia potrebbe aver violato i diritti costituzionali della donna. Il dipartimento ha ritirato le accuse e, dopo aver inizialmente difeso il modo in cui utilizzava il DNA delle presunte vittime, il suo laboratorio criminale ha cambiato le sue procedure.
La storia raccontata da Buzzfeed.
La lotta per far condannare Pornhub
Una notte del 2017, una quindicenne di nome Rachel ha ricevuto un messaggio WhatsApp da un numero che non conosceva. Rachel viveva con la madre, il patrigno e i suoi fratelli, in una cittadina del Regno Unito. Era appena tornata a casa da una festa e si trovava nella sua camera da letto. Il messaggio dell’uomo fu seguito da una fotografia di Rachel nuda e dalla minaccia di inoltrare quella foto a tutti gli account Facebook dei suoi familiari e dei compagni di scuola, se lei non avesse seguito le istruzioni dell’uomo alla lettera.
Per anni, i video non consensuali sono stati diffusi su internet. E i siti per adulti hanno avuto un ruolo (e una responsabilità) importante.
Sheelah Kolhatkar sul New Yorker.