Reagire al velleitarismo #130
Cyberwar, Qanon e Russia, Alexa ci vende pubblicità e le altre notizie
Questa settimana parliamo di
I blackout di internet
I seguaci russi di QAnon non riescono a decidersi sull'Ucraina
Cosa viene dopo Twitter?
La mappa degli attacchi informatici contro l’Ucraina
L’ex cancelliere diventato l’uomo di Putin in Germania
I ricercatori scoprono che Amazon utilizza i dati vocali di Alexa per inviarci annunci mirati
“70 anni di pace in Europa. Falso!”
Domenica 8 maggio alle 19 parteciperò all’incontro organizzato da Europa Aperta all’interno del festival Mind The Gap.
Parleremo di pacifismo, di ricorsi storici di guerra e molto altro.
Sempre domenica alle 15 modererò l’incontro “Il piacere è cosa seria”.
Qui il programma completo.
I blackout di internet
Sette anni, 60 paesi, 935 volte in cui internet è stato spento, letteramente. In che modo i regimi autoritari hanno trovato un interruttore per il dissenso. Una grande inchiesta.
Peter Guest su Rest of World.
I seguaci russi di QAnon non riescono a decidersi sull'Ucraina
Ore dopo che la Russia ha invaso l'Ucraina il 24 febbraio 2022, quella che sembrava una rassicurante richiesta di pace è stata pubblicata su un popolare canale russo di Telegram.
"Caro Dio, salva Russia e Ucraina", si legge nel post. “Ti prego, perdonaci per i nostri peccati”. Sotto, è stata aggiunta una foto di due persone che si abbracciano: uno indossa una giacca russa mentre l'altro i colori dell'Ucraina. La didascalia di accompagnamento recita "è così che dovrebbe essere!".
Post come questi, a differenza di molti contenuti online in Russia dall'inizio della guerra, erano sorprendentemente frequenti in un sottoinsieme di nicchia dei canali Telegram in lingua russa subito dopo l'inizio del conflitto.
Incredibilmente, questi post non provenivano da attivisti dell'opposizione russa, ma da una sottosezione dei canali QAnon in lingua russa su Telegram. QAnon Russia, uno dei canali più popolari di questa rete con quasi 90.000 follower, ha pubblicato un appello a "peace&love" il giorno dopo l'inizio dell'invasione. Ha anche esortato i soldati russi a non bombardare e sparare agli ucraini. Poco tempo dopo, un'emozionante poesia contro la guerra è stata pubblicata sullo stesso canale.
Il racconto di Bellingcat.
Cosa viene dopo Twitter?
Elon Musk, l'uomo più ricco del mondo, ha comprato Twitter. Dice di voler garantire la libertà di parola, ma che ne sa di democrazia un multimiliardario?
Paris Marx su Jacobin Italia.
La mappa degli attacchi informatici contro l’Ucraina
Microsoft ha recentemente pubblicato un rapporto sugli attacchi informatici contro l’Ucraina che appaiono molto presenti nelle strategia di guerra.
Il report Microsoft è una delle fotografie più dettagliate oggi a disposizione, che mostra quanto la cyberwar sia una componente centrale dei conflitti, anche quando, nel mezzo di una guerra e un’invasione, resta meno visibile e sotterranea.
In particolare, viene spiegato quanto i cyberattacchi russi siano stati “continui e distruttivi”. A partire da poco prima dell’invasione, scrivono i ricercatori, “abbiamo visto almeno sei diversi attori nazionali allineati alla Russia lanciare più di 237 operazioni contro l’Ucraina, inclusi attacchi distruttivi che sono in corso e minacciano servizi essenziali per i civili. Gli attacchi distruttivi sono stati accompagnati da spionaggio e attività di intelligence”.
L’ex cancelliere diventato l’uomo di Putin in Germania
Gerhard Schröder viene pagato quasi 1 milione di dollari l’anno dalle compagnie energetiche controllate dalla Russia, ed è anche un perfetto simbolo della politica di completa apertura che la Germania ha attuato verso la Russia negli anni. Un ritratto.
Katrin Bennhold sul New York Times.
I ricercatori scoprono che Amazon utilizza i dati vocali di Alexa per inviarci annunci mirati
Un rapporto pubblicato la scorsa settimana sostiene che Amazon utilizzi i dati vocali dai suoi dispositivi Echo per pubblicare annunci mirati sulle proprie piattaforme e sul Web. Il rapporto, prodotto da ricercatori affiliati all'Università di Washington, UC Davis, UC Irvine e Northeastern University, afferma che il modo in cui Amazon lo fa non è coerente con le sue politiche sulla privacy.
Amazon e terze parti (inclusi i servizi di pubblicità e monitoraggio) raccolgono dati dalle nostre interazioni con Alexa tramite gli altoparlanti intelligenti Echo e li condividono con ben 41 partner pubblicitari. Tali dati vengono quindi utilizzati per "profilare gli interessi degli utenti" e "servire annunci mirati sulla piattaforma (dispositivi Echo) e sul web." Conclude, inoltre, che questo tipo di dati è molto richiesto, il che porta a "offerte pubblicitarie 30 volte superiori da parte degli inserzionisti".
Jennifer Pettison Tuhoy su The Verge.