Reagire al velleitarismo #124
Riconoscimento facciale e DNA, giornalisti spiati, intelligenza artificiale, stato di sorveglianza e le altre notizie.
Questa settimana parliamo di:
Un’azienda sta sviluppando un sistema in grado di riconoscere il viso dal DNA
Chi governerà l’intelligenza artificiale italiana?
Come community organizers ed esperti digitali hanno unito le forze per tenere a freno lo “stato di sorveglianza” nella città di San Diego
25 anni a infiltrarsi tra i nazisti, nel KKK e nelle gang di motociclisti
Giornalisti del WSJ spiati per un anno
Digital Services Act, cosa prevede il testo del Parlamento Europeo
Un’azienda sta sviluppando un sistema in grado di riconoscere il viso dal DNA
Corsight AI, una controllata della società israeliana di intelligenza artificiale Cortica, che sviluppa tecnologie di riconoscimento facciale, sta studiando una soluzione che utilizza il DNA per creare un modello di un volto che può quindi essere utilizzato da un sistema di riconoscimento.
Corsight ha presentato il suo prodotto "DNA to Face" davanti ai finanzieri all'Imperial Capital Investors Conference di New York City il 15 dicembre.
Lo strumento "costruisce un profilo fisico analizzando il materiale genetico raccolto in un campione di DNA", secondo una presentazione aziendale vista dal gruppo di ricerca sulla sorveglianza IPVM e condivisa con MIT Technology Review.
Gli esperti dicono che quasi certamente non funzionerà, ma è un segnale indicativo di quale direzione prenderanno queste tecnologie.
Chi governerà l’intelligenza artificiale italiana?
In tutto il mondo si sta lavorando per decidere se e come stabilire delle regole nei confronti di algoritmi e software automatizzati di varia natura. A che punto siamo in Italia?
Un’analisi di Diletta Huyskes per Il Mulino.
Come community organizers ed esperti digitali hanno unito le forze per tenere a freno lo “stato di sorveglianza” nella città di San Diego.
Nel luglio 2019 Khalid Alexander ha ricevuto una soffiata da un altro community organizer di San Diego: "Dovresti prestare attenzione ai nuovi lampioni della città". Il messaggio continuava: "Apparentemente, hanno delle telecamere collegate". Alexander viveva in uno dei tanti quartieri multietnici di San Diego che era sotto costante sorveglianza della polizia, anche da "unità di soppressione delle bande" che osservano, molestano e identificano i residenti. Temeva che i lampioni con le telecamere accese potessero aggravare la situazione.
Due settimane dopo, Alexander si è presentato in una biblioteca pubblica per la presentazione del programma sui lampioni (che la città ha chiamato Smart Streetlights Program). Le uniche altre persone presenti all'incontro erano un capitano di polizia, uno staffista comunale e un dirigente della General Electric (GE), l'azienda che ha prodotto i nuovi lampioni. La loro presentazione è iniziata con uno spot che illustrava la tecnologia adottata, una rete cittadina di migliaia di lampioni a LED montati con telecamere che registravano video 24 ore su 24. Il filmato ottenuto è stato caricato sul cloud, dove le agenzie cittadine avevano a disposizione un software per contare auto, pedoni e chissà cos'altro. Secondo il capitano della polizia, i lampioni intelligenti venivano già utilizzati per risolvere diversi crimini.
Alexander ha così lasciato la presentazione scioccato e preoccupato. Cinque anni prima, la polizia aveva arrestato 33 uomini di colore di San Diego e aveva li aveva incriminati con accuse fino a cinquant'anni di carcere per crimini di gruppo semplicemente perché erano stati inclusi in un database di sorveglianza della polizia chiamato CalGang. Gli Smart Streetlights avrebbero reso più probabile questo tipo di violenza di stato - altri programmi di sorveglianza in città come Chicago e Los Angeles avevano portato a situazioni simili - eppure nessuna delle più grandi organizzazioni per i diritti civili della città sembrava mobilitarsi per contrastare il progetto.
Da lì in avanti Alexander ha cominciato a organizzare la “resistenza”, coinvolgendo attivisti per i diritti, community organizers ed esperti digitali.
Qui la storia completa.
Ha trascorso 25 anni a infiltrarsi tra i nazisti, nel KKK e nelle gang di motociclisti
Scott B. era uno dei migliori agenti sotto copertura dell'FBI, si è messo in pericolo dozzine di volte e ha abbattuto varie organizzazioni violente. Questa è la sua incredibile storia, raccontata per la prima volta, in un ritratto magnifico. La lettura più originale sul tema dell'estremismo degli ultimi anni.
Paul Solotaroff su Rolling Stone.
Giornalisti del WSJ spiati per un anno
Giornalisti del gruppo News Corp, e in particolare del Wall Street Journal, sarebbero stati spiati da un non meglio precisato attacco informatico almeno a partire dal febbraio 2020. Email e bozze di articoli di diversi reporter su temi come Taiwan, uiguri, regolamenti tech, amministrazione Biden-Harris, truppe e militari americani: la compromissione sarebbe ad ampio spettro e ci sarebbero elementi che portano a cyberspie al servizio di interessi cinesi. Il caso è spiegato da The Verge.
Digital Services Act, cosa prevede il testo del Parlamento Europeo
Il 20 gennaio 2022 il Parlamento europeo ha adottato il suo testo per il Digital Services Act (DSA), la legge sui servizi digitali. Da questo momento possono, quindi, partire i triloghi tra Parlamento, Commissione e Consiglio per la redazione del testo definitivo.
Il DSA è la madre di tutte le leggi sulle piattaforme, si inquadra in quella fase di scrittura di una sorta di costituzione europea in particolare con riferimento alla regolamentazione degli spazi digitali. Il DSA avrà il compito di regolamentare, tra le altre cose, la responsabilità per tutte le attività illegali online, da Facebook ai forum di discussione. Avrà il compito di definire le regole di base di tutti gli spazi digitali, quindi anche il quadro entro il quale si potranno muovere i termini di servizi e le condizioni generali dei siti web. Il tutto per rafforzare i diritti degli utenti contro eventuali decisioni arbitrarie.
Bruno Saetta su Valigia Blu.