Reagire al velleitarismo #112
Il più grande blackout di Facebook, Cia contro Wikileaks, videosorveglianza a Torino e le altre notizie.
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Questa settimana parliamo di:
- Il più grande blackout di Facebook
- I piani segreti della Cia contro Wikileaks
- La distopia di Zuckerberg si chiama Metaverso
- La sentenza sulla trattativa stato-mafia non racconta tutta la storia
- Che fare con lo zio complottista?
- La “soluzione” innovativa di Torino per la sicurezza: la videosorveglianza
Buona lettura!
Il più grande blackout di Facebook
Il “sistema Facebook” (quindi anche Instagram e Whatsapp) ha subito il più grande blackout della sua storia, per più di tre ore le piattaforme sono state inaccessibili con un danno stimato di 200 mila dollari al minuto.
Cos’è successo? Ce lo spiega Matteo Flora con il suo video.
Se ne parla anche su The Verge.
Sparatoria, rapimento e omicidio: i piani segreti della CIA contro Wikileaks
Nel 2017, la CIA complottò per rapire Julian Assange, stimolando un acceso dibattito tra i più alti funzionari dell'amministrazione Trump sulla legalità e la fattibilità di una tale operazione. Alcuni di questi funzionari hanno discusso dell'uccisione del fondatore di WikiLeaks, arrivando al punto di richiedere le diverse "opzioni" su come assassinarlo. Un'inchiesta importante.
Zach Dorfman, Sean D. Naylor e Michael Isikoff su Yahoo News
La distopia di Zuckerberg si chiama Metaverso
Il fondatore di Facebook vuole inaugurare una nuova era di Internet in cui non c'è distinzione tra virtuale e reale, con nuove forme di proprietà e sfruttamento. E nessun modo di disconnettersi.
Ryan Zickgraf su Jacobin Italia.
La sentenza sulla trattativa stato-mafia non racconta tutta la storia
La recente sentenza di appello del processo sulla cosiddetta trattativa stato-mafiaha investito politica e informazione come una fiammata, provocando un violento scontro polemico. Più che dall’analisi dei fatti la scena è stata occupata dalla speculazione politica. Si è arrivati perfino a discutere su chi avesse vinto o perso tra i giornalisti, diventati protagonisti quasi più dei protagonisti stessi. O, detto altrimenti, diventati inopportunamente loro stessi notizia.
In un paese che, nonostante i trent’anni trascorsi dall’inchiesta mani pulite, appare tuttora incapace di elaborare il proprio passato recente, sarebbe stato da ingenui attendersi qualcosa di diverso.
Alessandro Calvi su Internazionale.
Che fare con lo zio complottista?
«Sovrastimando il poco che si sa veramente circa un dato problema ci si illude di avere “visto la luce”, di avere capito tutto e di avere scoperchiato qualche enorme segreto gelosamente custodito dai potenti. Ci si sente come eroi, novelli Robin Hood che combattono contro il malvagio sceriffo di Nottingham, senza accorgersi che, come Don Chisciotte, probabilmente si sta solo agitando la spada contro banalissimi mulini a vento».
Massimo Polidoro su Il Post.
La “soluzione” innovativa di Torino per la sicurezza: la videosorveglianza
Ieri si è svolto il primo turno delle elezioni a Torino e la sicurezza, soprattutto nei quartieri di periferia, è stato uno dei temi più dibattuti.
In questo articolo di qualche mese fa, Laura Carrer analizza il progetto Argo, con cui il comune introduce, allo scopo di “controllare la sicurezza urbana, la sicurezza integrata e la governance della mobilità” una rete di videosorveglianza diffusa che va ad aggiungersi alle videocamere già installate in precedenza, con funzionalità quali la line crossing detection (rilevazione di superamento di una linea predefinita), la intrusion detection (rilevazione di intrusioni in una certa area), la region entrance (rilevazione dell’entrata di una persona/veicolo in una regione predefinita), la region exiting (il contrario della precedente) e la motion detection (rilevazione del movimento di una persona/veicolo). In città saranno presenti in totale 360 videocamere.